Una risposta a Per Lupetta
Ho ricevuto, in qualità di amministratore del sito del Consorzio, la mail che Per Lupetta ha inviato al Sig. Gianfranco Testa dopo la pubblicazione del suo articolo, il 9 gennaio 2017. Rispondo, parzialmente, alla mail per due ragioni. La prima perché Per Lupetta ha chiesto al Sig. Testa “come mai l’Amministratore del Sito del Consorzio ha pubblicato il suo comunicato ed ha omesso di pubblicare il nostro così come abbiamo richiesto”. La seconda perché Per Lupetta, a chiusura della mail, ha dichiarato “Questa e-mail sarà indirizzata anche all’amministratore del sito del Consorzio e lo autorizziamo alla pubblicazione”.
In merito alla prima risposta, preciso che, secondo quanto previsto dall’art. 6 (Diritto ad ottenere un account) del Regolamento di gestione del sito web, “Tutti i soci che ne facciano richiesta hanno diritto ad avere un account di accesso all’area riservata del sito Web del Consorzio, purché siano in regola con le quote consortili e sia dimostrato di averne titolo”.
Il Sig. Gianfranco Testa è socio del nostro Consorzio, è in regola con il pagamento delle quote consortili, ha registrato da tempo un proprio account sul nostro sito ed ha, pertanto, il pieno diritto di inviare e chiedere di pubblicare i propri articoli, ovviamente assumendosene la responsabilità.
Non mi risulta, invece, l’esistenza di un socio del Consorzio riconducibile al nome di Per Lupetta e non conosco il nominativo del proprietario dell’account di posta elettronica “perlupetta2016 @ gmail.com” che spedisce le mail firmate Per Lupetta. In ragione di ciò non sono in grado di verificare se chi invia la mail è un socio del Consorzio, titolare di un account di accesso al sito del Consorzio e in regola con le quote consortili. Non mi è, quindi, possibile, allo stato attuale, dar corso alla pubblicazione, sul sito del Consorzio, di mail inviate da Per Lupetta, per il tramite del sopracitato account di posta elettronica.
In merito alla seconda risposta, non entro nei contenuti della mail, ma solo sul tono della stessa. Al riguardo mi permetto, sommessamente, di invitare l’estensore a riflettere sulla tracotanza, sull’ingiustificata arroganza culturale e sull’immotivato spregio classista che, purtroppo, trasuda dal suo scritto. Altro non ho da aggiungere e, quindi, la mia seconda risposta la chiudo qui.
Colgo, però, l’occasione per ringraziare i tanti, affezionati lettori del sito, ribadendo loro che, per quanto mi riguarda, non ho alcuna remora nel dichiarare che, tutte le volte che mi accingo a scrivere qualcosa che potrebbero leggere, ho sempre presente quello che disse Umberto Eco sui social media. Cioè che “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”. E, siccome non mi piace affatto entrare a far parte della legione degli imbecilli, non dimentico che aggiunse anche che “La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”.
Ma, forse, per alcuni questo mio modo di pensare e agire è solo un difetto!
Nicola Ceccarossi